Conoscerci attraverso le emozioni ricatto rappresenta la via complessa, ma sicura per poter gestire in libertà la propria vita.
Nei momenti in cui siamo consapevoli, è molto facile individuare l’emozione che si prova qui e ora. Il problema sorge nelle situazioni di stress, in cui l’autocontrollo impercettibile che ci accompagna sempre svanisce improvvisamente. Con un minimo di attenzione, si riesce a individuare al massimo il momento iniziale in cui si va ad entrare nella situazione di stress. Poi, buio totale.
Le emozioni ricatto – creatrici delle situazioni irrisolte
Aiuta molto sapere che in quei momenti particolari si scatena una specie di riflesso emotivo incondizionato, che ci spinge a provare le emozioni irrisolte dell’infanzia. Se da bambini ci siamo sentiti abbandonati, respinti, giudicati, traditi ecc, e non abbiamo trovato la giusta consolazione o compensazione per la perdita subita, da grandi torneremo a sentirci come allora, ogniqualvolta ci capiteranno delle occasioni simili.
L’analisi transazionale le chiama emozioni ricatto, cioè una specie di emozioni richiamate dall’elastico invisibile del passato, in cui entriamo in modo inconsapevole per poterlo ricostruire e modificare.
Nell’articolo sugli stati dell’Io dicevo che il Bambino ferito tende a tornare spesso nel passato per poter dare una risposta diversa, questa volta risolutiva, alle situazioni dolorose che all’epoca non ha avuto i mezzi appropriati per risolverle.
Fare la differenza tra il passato e il presente
Un dato di fatto molto significativo è che il tempo non torna più. La situazione problematica dell’infanzia non tornerà mai più. Le persone di quei tempi non ci sono più qui. Possono tornare soltanto i nostri vissuti. Tirati indietro da un miracoloso elastico invisibile, possiamo accendere dentro di noi determinati ricordi chiave e addirittura certe sensazioni corporee per poter innescare la valanga di emozioni, con le quali creare in certi momenti di stress l’intera “scenografia” dell’evento che ci ha tanto segnato. Tutti abbiamo dei ricordi che vorremmo poter cambiare e capita a tutti di imbattersi in una situazione che potrebbe sembrarci l’occasione giusta per farlo.
Avere la consapevolezza di poter modificare la ricreazione del passato è la chiave per un presente diverso ed un futuro straordinario.
Una volta entrati in quella modalità emotiva, tutti i nostri comportamenti – gesti, tono della voce, mimica facciale, linguaggio, ecc. – saranno indirizzati a ricreare le risposte di allora in una sorta di ricatto inconscio esercitato sugli altri. Fanita English chiamò questo processo di ricostruzione emozionale e comportamentale della situazione irrisolta racketeering.
Soltanto che “gli altri” questa volta non sono più gli stessi, possiamo arrabbiarci o deprimerci adesso per colpa di una commessa o un datore di lavoro, ma abbiamo imparato a reagire con la rabbia o con la depressione grazie ai nostri genitori o ai personaggi della nostra infanzia. Le risposte che i nuovi nostri interlocutori ci daranno non saranno dunque delle reazioni risolutive, ma seguiranno il ruolo che loro rivestono nella circostanza. La commessa non verrà incontro al cliente rabbioso come una madre affettuosa, e il datore di lavoro non comprenderà affatto cosa si nasconde dietro la rinuncia depressiva del suo lavoratore.
Lo scopo inconsapevole del ricatto è di poter ricostruire e modificare in una nuova direzione benefica, finalmente risolutoria, la situazione simile al passato. Ma la mancanza di consapevolezza non permette però al nostro Adulto di intervenire in un modo corretto per poter interrompere la sequenza ricattatoria innescata dall’intensità emotiva. Quindi, inevitabilmente le risposte ottenute dalla commessa o dal datore di lavoro, anche in questa occasione, non saranno diverse da quelle dei nostri genitori. Perché le risposte dell’infanzia erano inappropriate, ma non le risposte presenti.
In questo modo torneremo inevitabilmente a rinforzarci di nuovo le convinzioni invalidanti sul mondo, sulle persone, sulla vita e, soprattutto, su noi stessi. Il circolo vizioso delle emozioni ricatto scollegate dalla consapevolezza non porta mai da nessuna parte.
Le emozioni ricatto sono una questione chiave dell’autoconoscenza, ma non sono facilmente individuabili, perché riguardano proprio delle situazioni che sfuggono alla mente cosciente.
L’auto-osservazione continua è la palestra dell’autoconoscenza.
George Thompson notò un ottimo metodo per identificare l’emozione appropriata o meno. La tristezza relativa alle situazioni del passato, la rabbia in riferimento a delle circostanze del presente e la paura per le situazione previste per il futuro sono delle emozioni ok.
La rabbia per una cosa accaduta nel passato è un’emozione ricatto, non risolverà mai nulla ovviamente, e corrisponde alle persone colleriche, alle quali è stato trasmesso dalla famiglia di origine che arrabbiarsi vada bene, mentre rattristarsi sia una debolezza. Deprimersi per una situazione presente o futura è altrettanto un ricatto emotivo. Non porta a nulla, ma rispecchia un’abitudine reattiva appresa e incoraggiata durante l’infanzia. Allo stesso modo, aver paura per una situazione attuale è assolutamente invalidante è ricorda benissimo il bambino piccolo impaurito, che non ha avuto il giusto aiuto per tirarsi su e ritrovare le sue forze.
Esercitarsi sulla strada dell’auto-osservazione acuisce la sensibilità e permette l’accesso alla sottilità dei nostri vissuti. Le emozioni ricatto diventano individuabili nel momento in cui riusciamo a fare differenziare dalle emozioni sane.
Le emozioni ricatto sono profondamente radicate nel corpo
Possiamo notare che vivere un’emozione “parassita”, che sorge dal passato, doni una sensazione fisica intensa, “carnale”. La rabbia parte direttamente dalla pancia e fa salire il sangue alla testa in un attimo, senza darle più la possibilità di fare dei ragionamenti lucidi. La tristezza è istantanea, priva di pensiero, fa disperdere tutta l’energia vitale e indebolisce i muscoli di tutto il corpo in modo percettibile. La paura, di cui abbiamo parlato anche qui, svuota il cuore ed il tratto digerente, aumenta l’agitazione inutile e mette subito k.o. l’Adulto.
La cronicizzazione delle emozioni ricatto crea gli stati umorali perpetui e definisce la personalità. Ma qui il counselling si ferma.
La soluzione è sempre la stessa: prendersi cura del Bambino interiore
All’inizio non è facile intervenire sulle emozioni ricatto. Possiamo soltanto osservarle, ma questo è già essenziale. Perché ci danno degli indizi chiari sui bisogni del nostro Bambino. La rabbia, la tristezza, la paura, la vergogna, il senso di inferiorità o di abbandono sono tutte delle briciole che ci portano al nostro Bambino bisognoso di attenzioni, di carezze. Dobbiamo comprendere che abbracciare i nostri aspetti più fragili, più disarmanti rappresenta l’unica via per la crescita personale.
Le situazioni dolorose resteranno nel passato e non potranno più essere risolte. Ma il Bambino può abbandonare quel campo minato e riprendere la sua via verso un futuro migliore. Preso per mano dal nostro Genitore interno, reso consapevole dell’importanza del suo ruolo protettivo, amorevole, rassicurante.
Le emozioni ricatto sono essenziali nella costruzione del copione e nella dinamica dei giochi psicologici, di cui ci occupiamo nel prossimo articolo.
alessandra dice
Buongiorno, volevo chiedere: in un rapporto di amicizia frasi come “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto”, sentir dire “non meriti altre risposte”… e simili come possono essere considerati? Precisando che questo avveniva sempre quando cercavo di dire cosa non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me, e asseriva di voler io facessi altrettanto… E frasi come “hai libero arbitrio con me ma ricorda che tutto ha una conseguenza” oppure “per te vengo già al mare/faccio già questo” (in quest’ultimo caso senza che io le avessi chiesto nulla). Grazie
Elena dice
Le emozioni ricatto riguardano il modo in cui manipoliamo la realtà per piegarla alle nostre convinzioni di base, spesso inconsapevoli. Per esempio, la mia tristezza distaccata determina gli altri ad assumere una posizione di allontanamento nei miei confronti, confermando quindi la mia idea che gli altri siano indifferenti. Banalizzando però. Lei parla invece di ricatti affettivi espressi verbalmente, quindi già manifesti. Di fronte a questi, la soluzione ottimale sarebbe riprenderli serenamente e proporre all’amica un modo diverso per esprimere la sua difficoltà di stare in una relazione libera senza dover piegare la volontà dell’altro. Ovviamente con il rischio di poter perdere quest’amicizia.