La prima volta quando sono venuta a conoscenza delle transazioni, mi sono chiesta se mai sarò in grado di controllare le mie. Ovviamente ero ancora influenzata dall’idea che il controllo sia una specie di dominazione autoritaria di sé stessi e non una semplice gestione fluida e consapevole della direzione in cui si sta andando.
Oggi sto ripassando le transazioni e mi rendo conto che quel controllo che una volta mi sembrò impossibile, adesso lo sto attuando con naturalezza non grazie allo sforzo mentale, ma alla forza interiore acquisita negli anni. Come spiegare questa forza? Forse con l’aiuto di una metafora: è come se tra me e gli altri si fosse creato uno spazio in cui io possa attendere l’elaborazione degli stimoli esterni in modo da poter rispondere a seconda della mia volontà e non in base all’automatico riflesso azione-reazione. Attenzione, non vedo questo spazio come un distacco separativo, egoisticamente isolante, ma come un airbag protettivo in cui posso affondarmi completamente in qualsiasi momento in cui sento che l’esperienza di vita diventa troppo dura per me.
Quindi, che cosa sono le transazioni?
Le transazioni sono le unità fondamentali del discorso sociale. Sono degli scambi verbali o non verbali attraverso i quali comunichiamo. Così come accennavo prima, gli elementi della transazione sono lo stimolo e la risposta. Nel nostro mondo quotidiano questi elementi si chiamano semplicemente battute o mosse, ed il modello degli stati dell’Io ci offre il quadro necessario per comprenderle meglio.
Le transazioni complementari – battuta e risposta all’infinito
Le più “tranquilli” transazioni sono quelle complementari o parallele. Sono quegli scambi in cui “i vettori transazionali sono paralleli e lo stato dell’Io cui ci si rivolge è quello che risponde.”*
Per esempio, se chiedo a che ora è la mia prenotazione, mi viene risposto alle due. In questo caso l’Adulto risponde all’Adulto, ma le variazioni possono comprendere scambi tra Genitori, del tipo: “Quanto sono viziati i bambini di oggi, non è vero?” -> “Sì, l’educazione è ormai inesistente!”. I Bambini invece “fanno conversazione” in un modo più o meno così: “Vuoi darmi quel bacio, brutta scimmietta?” -> “No, finché non mi strofini la schiena come piace a me!”. Le transazioni parallele tra Genitore e Bambino sono molto frequenti e sono del tipo: “Mi dia quel documento entro le dieci, altrimenti sarà licenziato!” -> “Sì, direttore, lo farò assolutamente”.
Le transazioni complementari sono tranquille perché prevedibili, le aspettative sono sempre ripagate e le conversazioni possono continuare all’infinito sulla stessa linea. Un Genitore del tipo “Chiedimi scusa per ciò che hai fatto” avrà sempre la sua risposta dal Bambino Adattato “Mi dispiace davvero, non volevo farlo”, mentre il Genitore Affettivo dirà “Non ti preoccupare, lo so che la prossima volta non lo rifarai più” al suo Bambino Libero, che risponderà: “Sì, mamma, credo di no”.
Le transazioni incrociate – la rottura imprevista del discorso
Le cose si complicano molto quando le transazioni si incrociano. Se chiedo tranquillamente a che ora è la mia prenotazione, questa volta mi arriva la risposta improvvisa “Ma che cavolo mi rompi ogni volta con la tua prenotazione, non vedi che ho da fare?” I vettori si incrociano in questo caso dalla richiesta dell’Adulto al Genitore, ma la conversazione può andare anche viceversa, dal Genitore all’Adulto: “A che ora hai fissato la mia prenotazione, te lo ricordi o no?” -> “Sì, me lo ricordo molto bene, alle due “.
La transazione incrociata è quella in cui i vettori transazionali non sono paralleli e lo stato dell’Io cui ci si rivolge non è più quello che risponde.
L’incrocio apre la porta ad un’inversione sorprendente di ruoli interrompendo il solito tono conversazionale e costringendo l’altro ad un conseguente cambio del suo stato dell’Io. Per esempio, se chiedo gentilmente un bicchiere d’acqua e mi viene detto in modo genitoriale che sono grande abbastanza per prendermelo da sola, è molto probabile che io poi risponda non più con la Bambina adattata inziale “Sì, lo faccio adesso”, ma con una Bambina ribelle arrabbiata del tipo “Ma vai al tuo paese”, oppure con un Genitore irritato “Come ti permetti di parlarmi in questo modo?”
Quindi gli incroci non passano necessariamente da uno stato dell’Io all’altro, ma anche da una tipologia all’altra dello stesso stato dell’Io. Tornare alla transazione complementare richiede un cambio dello stato dell’Io da parte del partner, ma molto più frequentemente finiscono per un’interruzione spiacevole del discorso.
Le transazioni ulteriori – doppi messaggi
Le transazioni ulteriori hanno una caratteristica particolare: includono due messaggi in uno, cioè comunicano sia a livello sociale sia a livello psicologico. Il livello sociale è quello formale, di solito dall’Adulto all’Adulto.
Il livello psicologico invece riguarda gli scambi tra Genitore e Bambino e viceversa ed è quello che determinerà l’esito della conversazione. Il piano psicologico viene letto attraverso i messaggi non verbali, mentre il livello sociale si mantiene reperibile attraverso il linguaggio verbale. L’esempio tipico è la richiesta del giovane corteggiatore “signorina, vuole salire per vedere la mia collezione di farfalle?”, e con questo penso di aver detto tutto su questo genere di transazioni duplici.
Le transazioni ulteriori angolari – il lancio dell’esca
A questo punto non posso concludere senza prendere in caso le transazioni manipolatorie di tipo angolare usate solitamente dai rappresentanti di vendita. “Questa scopa elettrica è la migliore sul mercato, ma credo che lei non possa permettersela”. Il messaggio formale parte dall’Adulto e si rivolge all’Adulto, ma il messaggio ulteriore parte dal Genitore verso il Bambino. La casalinga nell’Adulto risponderebbe “Sì, è la migliore, ma io non me la posso permettere”, mentre la sua Bambina stimolato dal venditore risponderebbe subito “La prendo”.
In realtà ogni transazione ha un suo livello sociale e psicologico, ma soltanto nelle transazioni ulteriori i due livelli non coincidono.
Una volta comprese le varie tipologie di transazioni non è detto che le nostre comunicazioni migliorino subito. Alla radice dei nostri messaggi restano sempre gli stati dell’Io ed è lì che bisogna fare l’intervento principale. Ma con un Adulto rafforzato dalla conoscenza analitico transazionale le probabilità di evitare gli incroci transazionali sgradevoli o le transazioni complementari bloccanti aumentano di molto. Per non parlare della duplicità messaggistica, che potrà essere gestita più facilmente sapendo in anticipo dove si andrà a finire.
*Ian Stewart, Vann Joines – L’analisi transazionale, guida alla psicologia dei rapporti umani
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