Che cos’è l’innamoramento, qual è la sua alchimia nascosta, la sua inspiegabile dinamica? Esiste un modo per innamorarsi senza finire nel vortice dell’ansia di perdere l’amore? Come innamorarsi per continuare ad amare e non per soffrire?
Si parla molto della magia dell’innamoramento ed è proprio questo che avviene. Uno stranissimo incanto che avvolge entrambi in un’energia particolare, sottilissima, che sentono soltanto i due protagonisti.
L’innamoramento come un nefasto gioco psicologico
Un incanto seducente, irresistibile, strettamente collegato a ciò che Freud chiamava il ritorno all’uguale, che solitamente prepara la manifestazione della coazione a ripetere. Nei rapporti amorosi, questa sensazione inspiegabile, perturbante, risulta come una combinazione del sentimento di dejà vu e di salto nell’ignoto, e introduce una relazione che segue un filo già tracciato dal destino o, secondo Freud, dagli stessi partner.
La ripetitività è la caratteristica predominante di queste relazioni, che seguono un comune denominatore lungo lo svolgimento della trama, presente nella stessa tipologia di partner e di situazione. Oggi chiamiamo quello strano presentimento dicendo in inglese you are the one, che non richiama l’unicità dell’amato o dell’amata, ma un ritrovarsi finalmente. E qui si apre la porta del mistero del doppio, dell’anima gemella che, sempre nella psicanalisi, non è altro che il ricordo del narcisismo primario, in cui il primo rispecchiamento avrà innescato la nostra innata capacità di amare.
In questo vortice in cui bisogna mordersi la coda per riuscire a comprendere bene il meccanismo con il quale interrompere il giro vizioso, la tragicità del fallimento amoroso sembra direttamente proporzionale all’impatto della presa. Più intenso è l’innamoramento, più marcati saranno i binari entro i quali il rapporto dovrà proseguire, e più probabilità ci saranno per un dolorosissimo finale.
Berne parla di copione e di giochi, ma il senso è sempre quello, la mano fatata del destino sarà soltanto una decisione presa da un bambino arrabbiato, che si trasformerà in un grande regista per recitare egli stesso la propria opera. Una donna che si imbatte inesorabilmente nei partner alcolizzati, un uomo che amerà soltanto delle donne facili, una vedova con una schiera di mariti morti alle spalle, ecc.
Le conseguenze dell’innamoramento nefasto: rottura o matrimonio “compensativo”?
L’uscita dal girone infernale dell’innamoramento drammatico è molto difficile, perché comporta un lavoro non indifferente su di sé e può emergere soltanto con la scelta di un partner completamente diverso rispetto alla serie “ingannevole”. Altrimenti, come reazione violenta all’infelicità già accertata alla quale la solita scelta possa condurre, ci si può buttare tra le braccia di chiunque, pur di scongiurare il colpo del “destino”.
E quel partner “a caso” potrebbe rappresentare il porto salvatore al quale attraccare disperatamente a occhi chiusi, per evitare la solitudine vista come l’unica alternativa alla prevista rottura drammatica del copione. E nei più felici dei casi quello sarà il tipico matrimonio insoddisfacente, tiepido, stagnante, ma che terrà lontani dal dolore lancinante della perdita non più sopportabile.
In fin dei conti che cos’è l’innamoramento in questi casi in cui il destino o, forse meglio, la decisione di un bambino disperato sembra travolgere così dolorosamente la vita amorosa? Gli strazi di un attaccamento non andato a buon fine, un grido di dolore nato da una convinzione penalizzante di eterno non amore, una convinzione indelebile come un timbro a secco? Oppure un tentativo naturale e legittimo di ritornare al sentire autentico, della cui verità non è più possibile staccarsi, il desiderio di ritrovare sé stessi dispersi in uno falso specchio incapace di restituire la bellezza del riflettente originario?
Penso più l’ultimo.
Innamorarsi per continuare ad amare
L’innamoramento di per sé ci dona la forza con la quale ritorniamo tutti alla fonte, lì dove siamo stati amati incondizionatamente prima della parola e persino prima del pensiero. Si può innamorarsi per continuare ad amare? Per poter portare a buon esito questo compito, bisogna resistere all’inganno teso dalla mente, nella quale ad ogni azione corrisponde già una determinata reazione.
Nella mente è tutto già scritto dalle esperienze delle relazioni primarie e ogni emozione avrà già un pensiero ben deciso in anticipo. L’energia dell’innamoramento è potente e regala un potenziale incredibile, è l’occasione unica per tornare lì, all’amore intuito che non ha bisogno di manifestazione visibile, comportamentale. Ma il sentiero non è affatto diritto. È deviato da modelli di risposta menzogneri, alterato da false credenze, attribuzioni erronee, schemi di pensiero predeterminati, convinzioni pregiudiziose, ecc., e la lista è ancora lunga.
L’innamoramento dunque non è affatto la causa del fallimento relazionale, la sua energia debordante è la stessa sia per una persona capace di relazionarsi felicemente sia per colui che ha la memoria emozionale inquinata da infelici esperienze precedenti. Ciò che si intensifica nel caso dello scenario infelice è il pathos, cioè la sofferenza scaturita dalla difficoltà relazionale e probabilmente dal pensiero inconscio dell’esito fallimentare. Si ama più intensamente la persona proibita e la relazione diventa struggente in presenza di ostacoli inesorabili.
È arrivata l’ora di recuperare la potenza della spinta naturale ad innamorarsi per poterla convogliare in una relazione d’amore funzionante, in cui la comunicazione metta in equilibrio il processo creativo di costruzione del legame autentico, fatto di sincerità, di sensibilità e di volontà.
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