Conoscere le transazioni e le loro caratteristiche apporta un vantaggio in più a chi vuole lavorare sul serio sulla propria comunicazione. L’analisi delle transazioni ci permette sapere come gestire la comunicazione nella direzione desiderata, aiutandoci ad evitare gli scambi spiacevoli ed il deterioramento delle nostre relazioni.
La prima condizione: conoscere gli stati dell’Io
Abbiamo già conosciuto gli stati dell’Io ed il modo in cui interagiscono per costruire una personalità ben definita dai suoi comportamenti, emozioni e pensieri specifici.
Il Bambino manifesta apertamente i comportamenti, le emozioni e i pensieri del bambino che siamo stati realmente. Il Genitore espone le modalità genitoriali che abbiamo conosciuto e introiettato durante l’infanzia. L’Adulto mette in atto il fare, il sentire ed il pensare contestuali, cioè agisce com’ è meglio per noi in un data situazione.
Quindi ora possiamo vedere da vicino come gestire gli stati dell’Io e le loro transazioni affinché possiamo trarre soddisfazione e benessere dalle nostre comunicazioni con gli altri.
La seconda condizione: conoscere le transazioni
Stephen Karpman, l’autore del famoso triangolo di cui abbiamo parlato a lungo qui, fa tesoro della sua esperienza terapeutica per indicarci qualche utilissima dritta nel suo articolo Options. Le transazioni bloccate sono, per esempio, quelle transazioni complementari in cui la direzione dei vettori Stimolo-Risposta sono paralleli. Prendiamo, per esempio, un Genitore che accusa un Bambino di essere cattivo. Quest’ultimo controbatte dicendo che non è vero e quindi la conversazione potrebbe continuare all’infinito in un circolo vizioso del tipo: “Sei cattivo!” <–> “Non è vero!”
Come si esce da questo giro? Incrociando la freccia della transazione. Il Bambino sulla perenne difesa si potrebbe trasformare in un Bambino libero che potrebbe mandare a quel paese il Genitore accusatorio. Oppure lo stesso Bambino può trasformarsi in un Genitore che potrebbe rispondere alle accuse con un deciso “Ora basta!”. La variante migliore è quando entrambi gli interlocutori si trasformano in Adulti che replicano tranquillamente “Facciamola finita”, “Ok”.
Quindi la difficoltà sarebbe uscire dallo stato del Bambino che sa benissimo di non essere cattivo, ma non ha abbastanza forza di troncare l’assalto accusatorio dello stato dell’Io Genitore del suo interlocutore.
Come incrociare le transazioni?
Secondo Karpman, sono necessari i seguenti criteri per poter essere in grado di incrociare effettivamente le transazioni:
- Uno o entrambi stati dell’Io devono cambiare. Infatti, come abbiamo visto nell’esempio, se si rimane nello stesso stato, la transazione continua all’infinito tra accusa e difesa.
- Le transazioni devono essere incrociate. Nell’esempio precedente, dal Genitore al Bambino si può passare al Bambino – Bambino “(Il Bambino accusato di essere cattivo può rispondere “vai a quel paese”, il che predispone implicitamente che la risposta successiva dell’interlocutore sia in partenza dal Bambino, magari con una parolaccia, e non più dal Genitore accusatorio). Un’altra variante sarebbe passare dal Genitore al Bambino (Il Bambino accusato può transitare subito nello stato dell’Io del Genitore e dire “ora basta”, il che potrebbe sollecitare la risposta da parte di un Bambino, probabilmente un lagnante “ma io ti ho detto che sei cattivo”). Infine, i due interlocutori possono passare entrambi nello stato dell’Io dell’Adulto in questo modo: “facciamola finita”, “ok, la smetto”).
- L’argomento della transazione deve cambiare: dall’accusa “sei cattivo” e la difesa “non è vero” si passa, per esempio, al mandarsi a quel paese o, meglio, a considerare la necessità di smetterla con questi toni.
- L’argomento precedente della conversazione viene dimenticato: i due interlocutori si dimenticano della questione dell’essere cattivo o meno e passano ad un altro argomento più coinvolgente.
La terza condizione: cambiare lo stato dell’Io e l’argomento della conversazione
Quindi, e questo è da ricordare, per uscire da una conversazione bloccante bisogna cambiare lo stato dell’Io – uno dei due interlocutori o entrambi -, e l’argomento. Dobbiamo però stare attenti, uno stato dell’Io non è affatto un ruolo che può essere assunto in ogni momento, dietro ci sono delle energie emozionali latenti poco controllabili che alimentano l’ingresso in un atteggiamento genitoriale, in uno più infantile o in quello da adulto. Il Genitore ed il Bambino sono legati dall’impulso irresistibile alla risposta reciproca, rivolgersi in modo paternalistico attira quasi automaticamente una replica del Bambino e viceversa. Utilizzando proprio questa informazione noi possiamo scegliere se continuare il filo della conversazione o cambiare lo stato dell’Io per trasformare il rapporto genitoriale in uno da adulto all’adulto.
Nei casi in cui non ci si può scollare dalla spinta inconscia a rispondere alle provocazioni del Bambino o del Genitore, Karpman conclude che i quattro criteri non sono stati soddisfatti. Sono quelle situazioni “più forti di te” in cui “sei troppo nervoso per pensare”, e la carica emotiva è evidentemente troppo alta per lasciare spazio alla riflessione e poi al cambiamento.
Infatti, per poter operare consapevolmente con le transazioni e gli stati dell’Io, bisogna aver già percorso un cammino interiore durante il quale le ferite del Bambino sono state riconosciute e curate da un Genitore affettivo energizzato, in modo da poter conferire all’Adulto la capacità di agire in tempi reali durante le esperienze quotidiane.
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