Ok.
Nome inglese, significato universale. Io sono ok, tu sei ok. Siamo tutti ok. L’inizio e la fine. Questo è l’okness.
Un riferimento base per chi si addentra nell’analisi transazionale, ma anche un principio di vita.
È la voce della coscienza, la stella polare che illumina la nostra anima conducendola verso l’infinità dello spirito.
Se non fossimo tutti ok, amore, bellezza, compassione, coraggio, umanità non avrebbero ragione di esistere.
Ecco la verità nascosta nelle fondamenta di chiunque abbia raggiunto l’essenza dell’essere umano.
L’okness rappresenta l’integrazione profonda di ogni parte di sé, ombra e luce si sciolgono nell’amalgama misterioso della nostra quintessenza, rivelandoci quanto sia misera e allo stesso tempo meravigliosa la nostra esistenza.
Ci sono innumerevoli livelli di okness, lungo la vita ognuno prende il suo sottomarino personale per scendere gradualmente nei meandri del suo abisso interiore, fermandosi quanto basta ad ogni gradino.
Io sono ok, tu non sei ok, ecco il modo in cui un Narciso potrebbe seppellire la sua fragilità compromettente.
Poi c’è Io non sono ok, tu sei ok, lo slogan di colui che rinuncia a se stesso, affidandosi ingenuamente ai falsi salvatori.
Chi invece sceglie drasticamente Io non sono ok, tu non sei ok, e qui le cose si complicano moltissimo, un bambino schiacciato depone la sua voglia di vita ai piedi del suo grande persecutore…
Ritorniamo ad essere tutti ok nel momento in cui riconquistiamo ciò che ci appartiene per diventare un’individualità ben differenziata, pronti per scegliere chi vogliamo essere davvero. Quando Io sono ok e tu sei ok, saltiamo fuori dal triangolo drammatico in cui il salvatore, il persecutore e la vittima si scambiano i ruoli in un ininterrotto circolo vizioso.
Una volta liberi dai draghi, dagli eroi e dai martiri, il copione della favola perde le sue pagine una dopo l’altra e la volontà diventa il principio assoluto del risveglio.
Tu sei ok ormai definitivamente, così come io sono ok per sempre. Basta giochini e imbrogli come le scritte nascoste sulle spalle delle magliette che vengono rivelate quando si gira la pizza, basta i bollini e i punti premio di tipo “hai visto che avevo ragione”, basta tornaconti deprimenti, basta inventarsi tragiche commedie per dimostrare al mondo, ma soprattutto a se stessi, che non siamo ok.
Al risveglio della consapevolezza, tu sai ormai che sei ok, ma potresti anche scegliere di agire in modo non ok.
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